Get the Gringo. Mel Gibson returns.

Get the GringoSembra che Mel Gibson no stia passando uno dei suoi migliori momenti, ma, credetemi, Get The Gringo è un vero spettacolo. Messico, prigione, sudore, birre, bombe a mano, bambini che fumano e un Mel che ricorda quello di “Lethal Weapon”. Veramente, potete chiedere di più??

Il film di Adrian Grunberg, che esordisce alla regia in solitario dopo una vita da assistente alla regia di grandi titoli, è una boccata d’aria fresca proveniente dall’ormai sterile genere dell’azione. Un film che a tratti ricorda i migliori anni 90 e le sue sfrontate esibizioni di testosterone, pallottole, esplosioni e dialoghi pungenti. Mel Gibson interpreta un professionista del crimine che viene catturato alla frontiera tra Messico e USA (spettacolare prima scena del film) con due milioni di dollari ancora freschi di rapina. Viene subito messo in carcere, ma amici, che carcere! “El Pueblito”, come indica il suo nome, è una vera e propria città prigione, con i suoi bar, i suoi negozi, i suoi bordelli e i suoi casino. Tutto puzza di sudore e birra, tutto è sporco di polvere e sangue. Donne, bambini, drogati e animali.
Assisteremo, in questo modo, alle avventure del protagonista, pronto a scappare per recuperare il bottino.

Tutto è così esageratamente pulp che risulta sorprendentemente credibile. Lasciatevi trasportare da questa storia di serie B dalla mano di Mel Gibson che ci regala un’interpretazione come una volta, ricordando spesso quel Martin Riggs di “Lethal Weapon”, per il suo umore e quell’aria di eroe sbruffone. Tra i secondari perfetti per l’occasione, bagnati in sudore da deserto, sottolineare il cattivo del film, il quasi berlusconiano Frank (un grande Peter Stormare). Con i mariachi a farci da sottofondo musicale e scene d’azione ben costruite, ve lo ripeto, non si può chiedere altro.

Facciamo un piccolo salto al passato, almeno per 90 minuti. Torniamo a quei felici anni 90 dove la polvere e il sangue erano sempre sullo schermo e poche volte sulle nostre vite quotidiane. Torniamo nel Messico dei clichè e ai cattivi seduti alle scrivanie di lusso. Torniamo da Mel Gibson a bere birra e guidare auto per il deserto.

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